Calendimaggio 2022

Presentazione

Le emozioni che si vestono di colori, pensieri nascosti nei meandri dell’anima che affiorano a poco a poco. La parola ha un potere liberatorio. E, anche più della letteratura, è la poesia a permettere ai più giovani di esprimere i loro vissuti.

La pandemia ha molto provato gli studenti di ogni età. I testi riflettono il peso che ha avuto l’isolamento in chi si affaccia alla vita e avrebbe tutto il diritto di condividere ogni passaggio con i propri coetanei, senza limitazioni.

Offrire ai ragazzi un modo per dar voce alle loro sensazioni è un dono notevole e Calendimaggio lo ripete ancora una volta, la venticinquesima per la precisione, garantendo spazi di riflessione a una generazione che affronta un’epoca davvero complicata.

Il tema della guerra affiora nelle poesie. Non poteva non colpire i più sensibili, quelli che non avrebbero mai pensato di avere a che fare con bombe e missili nella nostra Europa. Si parla di “un boato assordante” che “scuote le ossa”, ma anche di una novella Guernica, del tutto inattesa e non messa nel conto del proprio vissuto, già provato dalle restrizioni legate al Covid-19.

A dare conforto ci sono due ancore fondamentali: le amicizie (“che nutrono l’anima”) e la famiglia, intesa come “la coperta più calda”, quella “unione che non mi farà mai sentire solo al mondo ovunque sarò”. Tra i racconti si trovano le definizioni di famiglia di alcuni giovanissimi: quel porto sicuro non è del tutto perduto in questa società così complessa, almeno stando a chi ritrova in quel nucleo sostegno, rispetto e assenza di giudizio.

Buio e luce, dunque. Fatiche e consolazioni. Se alcuni percepiscono persino l’amore come una droga, invitando a mettere se stessi al primo posto, almeno per non soffrire, altri trovano conforto negli affetti più cari. Mi colpiscono questi ragazzi capaci di essere attenti a temi molto presenti nelle cronache, a partire dalla violenza sulle donne, e che, alle prese con 4 drammi interiori, in quella fase della vita vissuti con emozioni moltiplicate in maniera esponenziale, si confrontano con solitudine, nostalgia e “mostri neri” che attanagliano l’anima.

Mi consola che esprimere quanto si prova dentro attraverso le parole possa dare consolazione. E apprezzo le diverse citazioni di autori famosi, da Foscolo a Leopardi, come il richiamo a personaggi che hanno lasciato il segno nella storia letteraria, da Prometeo ad Amleto. I ragazzi dimostrano di avere affrontato con serietà il percorso di studi, per attingervi qualcosa di buono e di utile per le loro vite. Una delle poesie lo dichiara apertamente ed è per me l’auspicio più grande: “Mi prometta che questo Aoristo mi renda donna, che Vespasiano m’affianchi ancora, che Enea non si fermi a Roma, che cinque anni non mi scialacquino, che sia un tutt’uno: la vita vissuta e quella appresa”.

Ecco, che la vita vissuta e quella appresa siano una cosa sola. E un augurio e ringraziamento a Calendimaggio con tutti i suoi volontari che lo rendono possibile da un quarto di secolo accompagnando i ragazzi alla scoperta della vita, con le sue luci e le sue ombre.

Andrea Orlandi
Sindaco di Rho

Commissione

Alice Serrao
Maria Grazia Cislaghi
Ombretta Degli Incerti
Adriano Molteni
Mattia Pedota
Piero Airaghi
Roberto Mosca